Con la campagna iniziata il 17/05/2019 sul portale della società BacktoWork24, infatti, Amavido compie un passo fondamentale per la propria crescita, ma al contempo dà uno straordinario impulso all’innovazione del mercato turistico italiano e al “Rinascimento” in atto in territori per troppo tempo abbandonati a se stessi e al rischio di spopolamento e perdita di identità.
“Io sono nato in Germania, ma mio padre è originario di un paesino in Calabria dove la nostra famiglia trascorre da sempre le vacanze. Da grandi, mia sorella e io ci siamo resi conto dei problemi che c’erano, con la mancanza di lavoro e l’abbandono delle case: un fenomeno stranissimo ai nostri occhi, perché sappiamo quante persone sono interessate a vivere esperienze in questi luoghi” così l’amministratore delegato Dominik Calzone spiega le motivazioni che lo hanno portato a fondare Amavido. “Mi occupo di turismo in Italia e all’estero da tanti anni, come professionista e come ricercatrice: quando abbiamo iniziato a pensare ad Amavido ci siamo subito resi conto che i borghi italiani custodiscono un potenziale enorme, ancora inespresso perché spesso questi luoghi sono esclusi dai circuiti turistici” aggiunge Lucia Tomassini, fondatrice e Destination Manager di Amavido.
Promuovendo destinazioni ed esperienze difficilmente individuabili in modo indipendente, Amavido da quattro anni si occupa di portare turisti tedeschi a visitare, o meglio a entrare in contatto con lo sterminato patrimonio dei borghi attraverso proposte personalizzate. E dato il contesto rurale tipico dei nostri borghi, il viaggiatore che sceglie un’esperienza Amavido potrà conoscere le tradizioni locali, l’artigianato, il folclore, così come potrà assaporare i prodotti tipici dell’enogastronomia.
Dopo molti anni di abbandono, negli ultimi anni i nostri borghi stanno registrando i primi segnali di ripresa: sono sempre più frequenti, infatti, i casi di persone e famiglie che scelgono di tornare, o di trasferirsi, in luoghi in cui il tempo e la vita scorrono ancora a misura d’uomo. Portando così avanti un “Rinascimento 4.0”, che abbina una moderna rivalutazione degli schemi sociali del passato e una digitalizzazione dell’offerta ricettiva e culturale. Ed è proprio in questo ambito che si assiste a un vero e proprio boom del turismo “trasformativo”, ovvero di un modello turistico ed economico il cui fine è arricchire il bagaglio esistenziale dei viaggiatori e contemporaneamente delle destinazioni: Amavido ha quindi dalla sua il vantaggio competitivo dato dalla conoscenza diretta di un turismo che dà valore all’eterogeneità del territorio italiano, della sua cultura e delle sue identità locali.
Il modello imprenditoriale, ma anche culturale e turistico, di Amavido ha poi un’altra carta vincente da giocare sul mercato: la scalabilità. Se infatti oggi Amavido si occupa di portare i turisti tedeschi nei borghi italiani, domani l’offerta turistica potrà essere indirizzata ai viaggiatori di tutto il mondo, dando così una visibilità globale ai borghi che, in Italia come nel bacino mediterraneo, potranno attuare politiche di sviluppo e crescita economica sostenibile e a tutela delle identità peculiari di ognuno di questi piccoli Comuni.